> Giovedì 13 Aprile dalle ore 17.30 presso l'Oasi di piazza Filiberto, Torino

L’associazione azimut e il Pastis presentano l’azione collettiva Scuola di Santa Rosa di Francesco Lauretta e Luigi Presicce, che si terrà Giovedì 13 Aprile dalle ore 17.30 presso il giardino di piazza Emanuele Filiberto, Torino.

L’incontro, della durata di circa due ore, coinvolgerà il pubblico partecipante in una sessione di disegno dal vero in totale libertà e autonomia espressiva.

Scuola di Santa Rosa è un progetto degli artisti Francesco Lauretta e Luigi Presicce che ha preso avvio il 9 ottobre 2017 a Firenze, al Lungarno Santa Rosa. Ogni martedì, i due artisti si incontrano al Bistrot di Santa Rosa per disegnare collettivamente con chiunque lo desideri, offrendosi come maestri di disegno. La Scuola di Santa Rosa è un luogo in cui ci si riappropria del tempo, senza nessun obiettivo se non quello di condividere un tempo liberato perché sottratto alla frenesia delle nostre vite. Così ne parla Lauretta in occasione dell’appuntamento lissonese:

È sera. Ascolto la “Resurrezione” di Mahler diretta dal Maestro Abbado, uomo che ho amato tanto e che ho pianto quando è mancato. È sera e mi dico che dovrei scrivere qualcosa a proposito della “Scuola di Santa Rosa” per Lissone. Sono oltre quattro anni che con l’amico fraterno Luigi Presicce ci concediamo questo momento miracoloso che si ripete ogni santo martedì, tanto che ironicamente e puntualmente il lunedì, quando presentiamo la locandina dell’appuntamento settimanale, scrivo: “è sempre martedì dalle 10 e 30 in poi vi aspettiamo al Bistrot di Santa Rosa, a Firenze”.

La “Scuola di Santa Rosa” oltre ad essere quella che Andrea Salvino ha definito come la scuola più “sovversiva” perché libera, di disegno, è, per noi, una vera opera d’arte. Ma che cosa succede alla “Scuola di Santa Rosa”? Niente. Si viene e si condivide un momento di vita strappato dall’urgenza, spesso inutile e faticosa, del quotidiano e ci si libra in un territorio singolare, oggi, quello liberato, quello che Peter Sloterdijk ha definito come unico momento libero e cioè quello dove non si desidera nulla, non si fa nulla e dove ci si percepisce come singolarità che vive in una comunità senza ansie, di prestazioni, nella vita super moderna, o iper moderna. Semplicemente si viene e si disegna. Ma non si disegna solo, si parla, si beve, si convive amabilmente un momento d’amore collettivo fatto di affetti e segni. Siamo come i protagonisti del meraviglioso romanzo di Robert Walser, Jakob von Gunter, come fossimo ospiti dell’Istituto Benjamenta, dove non si impara nulla, perché liberi.